Il logo dell'Associazione di Promozione Sociale Culturale “Comunità Ellenica - Brescia” è la statua della Vittoria Alata di Brescia statua ellenistica appoggiata su una colonna del ritmo architettonico ionico dal Tempio di Atena Nike o Tempio della Nike Aptera uno dei principali monumenti di Acropoli di Atene. Abbiamo cercato di unire i due paesi.

 


 

Το λογότυπο του Συλλόγου μας είναι το ελληνιστικό άγαλμα της Νίκης της Μπρέσιας Ιταλίας που στηρίζεται σε μια στήλη ιωνικού αρχιτεκτονικού ρυθμού απο τον ναό της Αθηνάς Νίκης /Άπτερα Νίκης ένα από τα κυριότερα μνημεία της Ακρόπολης Αθηνών. Προσπαθήσαμε να ενώσουμε τις δύο χώρες.

Tempio di Atena Nike

La storia racconta che il vecchio Egeo, padre di Teseo, si è  buttato in mare dalla roccia sul quale ora si trova il tempio, dopo  aver visto le vele nere alzate per sbaglio sull'albero della nave che riportava  gli eserciti dall'isola di Creta.Il tempio, chiamato anche Tempio della Nike Aptera, non è troppo grande,  ma le sue dimensioni modeste sono del tutto compensate dalla  bellezza delle sue linee in stile ionico classico, progettate dall’architetto  Callicrate.L’ l’edificio e stato demolito durante l'occupazione Ottomana, nel 1687, quando i Veneziani assalirono l'Acropoli. Si narra che i turchi utilizzarono i marmi del tempio per costruire un piccolo bastione di difesa nei pressi dei Propilei. I  relitti sono stati  recuperati nel 1834 dagli architetti Ross e Hansen, che ricostruirono il  tempio sulle fondamenta ancora intatte. La ricostruzione è stata fatta adottando  tecniche architettoniche in uso all’epoca, tuttavia, alcuni consolidamenti sono  avvenuti con materiali più moderni.Il tempio, di marmo pentelico, misura 6,90 m di altezza, 8,20 m di lunghezza e 5,40 m di larghezza.  Le fronti anteriori e posteriori sono ornate di portici con  quattro colonne. Il rapporto tra altezza e diametro delle colonne è di 7:1,  una proporzione esigua che conferisce al tempietto l'eleganza e  la raffinatezza  che la contraddistingue dai più tradizionali edifici ionici, con colonne di 9:1  o 10:1. Il tempio include una cella, che ospitava una volta la statua di Atena Nike (La  Vittoriosa). La cella è delimitata da muri, a eccezione della fronte  est, dove fra le ante ci sono due pilastri a sezione rettangolare.

Le sculture del fregio

L’edificio è ornato di un fregio ad altorilievo, ricostruito  con parti originali nei lati sud ed est. La decorazione nei lati nord ed ovest  è ristrutturato utilizzando  delle copie, mentre alcune parti originali sono custoditi nel British Museum, a Londra.I rilievi originali della fronte est sono molto deteriorati, Athena si  riconosce infatti solo grazie allo scudo ancora visibile, con Zeus, al suo fianco. Accanto  a loro troviamo altre divinità, che formano la così detta “Assemblea degli dei”.  I rilievi dei lati nord e sud rappresentano scene di battaglie tra i Greci e i  Persiani.

 
 
 
 
La Vittoria alata di Brescia
La cosiddetta Vittoria alata di Brescia è uno dei reperti antichi più belli conservati nel Museo di Santa Giulia a Brescia, al punto da essere diventato uno dei simboli della città.
L'opera, alta 1,95 m., fu rinvenuta la sera del 20 luglio 1826, in parte smontata, accuratamente nascosta sotto le scalinate del Tempio capitolino di Brescia, sulla falda meridionale del colle Cidneo, per far sì che durante le invasioni delle genti barbariche (Goti e Unni) non venisse fusa al fine di ricavarne delle armi. Questo spiega l'eccezionale stato di conservazione.
Creduta in origine opera romana del I secolo, in base agli studi più recenti la statua è stata riconosciuta come un "pastiche" creato nel I secolo (si ipotizza, sotto l'imperatore Vespasiano) unendo ad un originale ellenistico del III secolo a.C. (una Afrodite che si specchia nello scudo di Ares), un paio d'ali, in modo da farne una "Vittoria che scrive sullo scudo il nome del vincitore". A questo scopo fu anche sostituito il braccio destro per mutarne la posizione.
Giosuè Carducci la cantò nell'ode alcaica Alla Vittoria, scritta nella prima metà del 1877 e suggerita da una duplice gita che il poeta fece a Brescia, la prima nell'estate 1871 assieme a Carolina Cristofori, la seconda nell'ottobre 1876. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
 

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